Salò o le 120 giornate di Sodoma
Si tratta di un film pesante, ma che lascia pensare. Testimonianza di Pier Paolo Pasolini su un tema, quello del potere, che gli fu sempre molto caro. Un testamento questo film, che ben si relaziona al libro incompiuto Petrolio al quale PPP stava lavorando in quegli stessi anni e che gli costerà la vita, assassinato dai fascisti. Un film crudo e non per tutti. Un film vecchio, ma sempre attuale. Un film che segue l'esatta filosofia di Pasolini: scandalizzare raccontando le verità e le perversioni degli esseri umani e di come i corpi e le menti delle persone sono soggiogate dai quattro poteri che governano il mondo: il potere o di casta, il potere finanziario, il potere ecclesiastico e il potere giudiziario. In una intervista alla tv francese Pasolini disse: "Nulla è più anarchico del potere. Il potere fa praticamente ciò che vuole, e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario, o dettatogli da sue necessità di carattere economico che sfuggono alla logica comune. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. E’ un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti."
In questa ottica va visto il suo film. Sicuramente non il più divertente per una serata tranquilla.