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"Libro di Habbo" "Guardians" Ep.66 Chi è davvero il più forte?

Scritto da _Hanon_love il 03/01/2022 alle 10:50

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Scritto da _Hanon_love

#1
Diamanti 
Tamara: <<Questo succede quando le persone credono troppo in te, ripongono tanta di quella fiducia nelle tue capacità, nelle tue doti, in ciò che sarai e che potrai essere e raggiungere! Questo accade quando tu sei un esempio per gli altri e devi cercare di non deluderli mai, devi essere la colonna portante di uno pensiero generale che ti distrugge dentro ma che non puoi dare a vedere perché NON HAI NEANCHE IL DIRITTO DI STARE MALE! *Portale della Pressione!*>> -da un nuovo portale che crea questa volta con la mano destra ne viene fuori un possente getto d’acqua a pressione assurda, impossibile da bloccare per Locui, tanto che è costretto a rifugiarsi dietro ad uno dei grandi massi decorativi dell’ufficio- <<Tu non puoi capire quanto sia grande il peso che porto sulle mie spalle! Quanto studio, quanta esercitazione, quanta costanza ho dovuto mettere in ogni giorno della mia vita per riuscire a superare i miei avi eppure ancora non sono del tutto sul podio, non ho esaurito le aspettative di chi mi vuole bene! Non sono ancora alla loro altezza! E’ davvero difficile.. Alcuni giorni non riesco a sopportare questa situazione, questo mio status.. Vorrei solo farla finita e smetterla di lottare contro la perfezione e il potere..>> -intervenne a questo punto, dati gli evidenti segni di debolezza in queste ultime parole della preside, Locui-
 
Locui: <<Allora fallo! Smettila di seguire quest’idea! Tu sei forte, sei molto più potente di qualsiasi strega io abbia incontrato! Hai saputo mettermi alle strette più volte e se non fosse stato per aiuti esterni io non ce l’avrei fatta con le mie sole capacità! Concludi ora questa battaglia! Fallo adesso prima che sia troppo tardi!>> -disse il templare mentre il grande macigno stava iniziando a sgretolarsi e rompersi a metà: cercava di convincerla, provava a portarla dalla sua parte in qualsiasi modo perché sapeva che da quel combattimento non ne sarebbe uscito bene, vivo forse sì, ma di certo non bene come ne era entrato-
 
Tamara: <<No.. No.. Sono troppi anni che conduco questa battaglia e non posso assolutamente ritirarmi adesso, non posso! Ormai è tardi per tornare indietro, ho speso troppo della mia vita per poter rimpiangere ciò che ho fatto e cambiare pagina al mio libro.. Questa volta però sto per raggiungere il mio punto di arrivo e finalmente potrò dire di avercela fatta! Di essere diventata la strega più potente dell’intero Universo Magico!>> -a forza del getto d’acqua aumentò sino a rompere il macigno ma il templare era già andato via da lì, tanto da non farsi scorgere dalla strega, estasiata ma con le lacrime che le scendevano giù per le guance- <<E ora dove sei andato?! Mi piaceva parlare con te! Voglio vederti ancora sopperire sotto la potenza dei miei colpi!>> -Locui era arrivato al soffitto, risalito usando la sua spada, conficcandola ad ogni passo che faceva, fino a lasciarsi cadere addosso alla strega, incastrandola a terra con le possenti gambe a livello della vita e le braccia che le impedivano di muovere le mani, nella grande pozza d’acqua che riempiva il grande ufficio-
 
Locui: <<Smettila! Senza il tuo libro non puoi far altro che far muovere le sue pagine senza poter invocare nessun incantesimo: ho capito la tua tecnica, l’ho studiata per tutto il corso del nostro combattimento e ho capito che tutta la tua conoscenza, ogni incantesimo, ogni rituale, la tua stessa abilità da strega l’hai conservata in questo libro, si sente da questo una grande potenza magica, bianca e nera, ma forse i tuoi precedenti nemici non hanno mai percepito che dentro questo piccolo oggetto vecchio e potente c’è tutta la tua essenza, senza questo sei nulla, eppure hai fatto in modo che nessuno potesse toccartelo. Durante il combattimento il libro rimaneva vicino a te ma non era possibile vederlo in modo che l’avversario non mirasse lui per colpire indirettamente te: hai applicato tu quell’incantesimo di occultamento a timer? Eppure non potrebbe essere...>> -la strega lo interruppe-
 
Tamara: <<Ho fatto applicare ad una fata, esperta in materia, l’incantesimo che mi permettesse di avere il coltello dalla parte del manico in battaglia..>>
 
Locui: <<Eppure il suo incantesimo non dovrebbe essere infinito, da quel che so ogni incantesimo ha una sua precisa durata, fatta eccezione per la magia ancestrale che non ha limiti, trascendentali o terreni che siano, com’è possibile allora..>>
 
Tamara: <<Durante la mia vita, ti ripeto, ho continuato e condotto di giorno in giorno studi su studi che mi portassero ad acquisire conoscenze che fino a quel momento non ne sapevo neanche dell’esistenza. Incantesimi antichi, perduti nella storia, demoliti sotto la potenza delle guerre, occultati da potenti stregoni, streghe e fate; armi di ogni tipo e di ogni templare, sono arrivata a profanare le loro tombe pur di ottenere ciò che mi occorreva, studiarne la composizione, capirne il funzionamento per poi mettere tutto nel mio libro, il mio cervello esterno.. Hai ragione, hai capito la mia tecnica, complimenti.. Non ti servirà a nulla perché, se hai ascoltato bene, il manico del coltello è sempre nella mia mano, mai in quella del nemico!>> -il libro apparve alle spalle del templare, sfoglio velocemente le sue pagine e improvvisamente comparve, dietro ad esso, una copia della preside che bloccò il libro ad una delle sue pagine e la pesantezza dell’atmosfera e la forza della gravità si fecero ancora più intense del normale, tanto da spezzare il corpo di Locui a terra, ricadendo addosso a quello della strega- <<Se volevi una cosa intima potevi dirmelo fin da subito..>> -con aria persuasiva e seducente, mentre il templare, in virtù del suo credo, tese a mettere ancor più forza nelle braccia fino ad alzare il busto leggermente dal corpo della strega distesa ancora a terra- <<Sei brutalmente caduto nel mio raptor.. E’ stato così semplice indurti nella mia illusione e farti credere quello che invece tu pensi sia realtà, così vicini eravamo come non facevo e tu lo stesso a non guardarmi nei miei splendidi occhi ed io nei tuoi..>> -accostò leggermente la sua mano sul volto dell’uomo che iniziava a sudare in segno della fatica del gesto di resistenza che stava compiendo- <<Ora direi che è abbastanza: *Vis Telepa Motus*>> -disse queste parole tenendo sempre la mano lungo la guancia del templare, e non appena le ebbe dette, quest’ultimo venne scaraventato via e liberato dal morso della gravità- <<Vedi quanto sei fragile? Non puoi contrastarmi! Se io volessi potrei farti stare in quella posizione per quanto tempo io desideri, senza mai una fine, una statua messa lì a soffrire come se non ci fosse un domani, una forte e lenta sofferenza che ti porta all’esasperazione e al desiderio di una morte veloce e anche dolorosa, se questo significasse liberarti dalla tortura..>> -Locui riprese fiato, un debito di ossigeno molto pesante aveva accumulato, teneva la testa piegata verso il basso e le braccia abbandonate nella stessa direzione-
 
Locui: <<Tu..>> -con l’affanno iniziò a parlare- <<Hai profanato.. le tombe di persone che sono morte per altre.. Per difendere il futuro.. Anche il tuo.. E questo è il tuo ringraziamento..?>> -sostò su quest’ultima domanda, accumulò aria e infine- <<HAI MACCHIATO LA LORO MEMORIA CON LE TUE SPORCHE RICERCHE E MANIE DA PSICOPATICA!>> -si gettò a capofitto contro l’avversaria, saltò in aria con una tale velocità da non far rendere conto alla strega dei suoi movimenti, né di quelli presenti né di quelli futuri, e
freneticamente assestò una ginocchiata alle spalle della strega, poi ancora le comparve sotto prima che lei potesse atterrare, assestò di nuovo un possente pugno in pieno petto che la fece spiccare in rapida velocità contro il soffitto. Ancora, le comparve davanti appena toccò con la schiena l’apice dell’ufficio, iniziò così a sganciare una serie di pugni, freddi, costanti e perseveranti fino a ridurre ad un mucchio di pelle ed ossa la giovane strega che cadde sfinita e dolorante a terra, nella grande pozza d’acqua-.
 
Il giovane preside, ripresosi dalla furia che era provenuta dall’interno del suo cuore, andata un po’ fuori dalle sue stesse regole e di questo se ne dispiacque, ma non troppo, in quanto era forse riuscito a risolvere una volta per tutto il problema della spia di Arcadio nella scuola di Mizu. Riatterrò, si avvicinò lentamente al corpo ormai senza vita della preside Tamara, della quale erano rimaste poche ossa spezzate in tanti minuscoli pezzettini, le fibre muscolare smembrate, ogni organo al di fuori del suo corpo, sangue che stava sporcando l’acqua pura e limpida dell’ufficio: una scena raccapricciante, degna di un perfetto serial killer psicopatico. Locui non mosse però troppo stupore nella fine che ebbe fatta la strega, si aspettava un tale esito per via della sua tecnica combattiva, troppo forte anche per una come Tamara, e non provò neanche troppo ritegno nel vedere il risultato concreto e da far ribrezzo anche alla persona con più stomaco su questa Terra. Si avvicinò ancora un po’, voleva cercare di trovare il frammento della gemma di corallo che ebbe visto sul suo petto quando Tamara fu intrappolata nel disco acquatico ai suoi piedi: avvicinò la mano per spostare la carcassa, affondò le dita nella carne flaccida e disomogenea, molle e rivoltante, la spostò, vide la gemma accanto al cuore della preside e la pozza di sangue che stava rovinando ogni bellezza naturalistica in quell’ufficio. Era lì per prendere quello che desiderava, il bottino di guerra, quando all’improvviso fasci di acqua e sangue gli avvolsero il braccio, risalirono lungo tutta la lunghezza di questo sino a che, con fare agile, il templare non fece un sobbalzo all’indietro, strappandosi dalla trappola innescatasi.
 
Tamara: <<Te l’ho detto e te lo ripeto: mai sottovalutare la potenza della magia nera! *Negromanzia delle orche assassine!*>> -una voce provenire dal nulla, rimbombante come il suono di una balena, pronunciò queste parole, evidentemente quelle di Tamara, che la portarono a risorgere alle spalle del templare, con una mano posata sulla sua spalla destra ed il viso rivolto verso di lui- <<Locui.. Stavolta la tua ira non ti ha fatto vivere l’illusione che speravo e quello che vedi, quell’ammasso di polpa e sangue sono davvero io, eppure sono anche questa.. Non è moltiplicazione, non ne sono all’altezza quanto Cosmia e non è neanche manipolazione del tempo e dello spazio, è semplicemente uno dei vantaggi di possedere il Raptor: quella di poter manipolare la realtà come voglio, quando voglio e con chi voglio. Non è detto che io debba usare la tua mente, mi basta il mio enorme potere..>> -le sussurrò all’orecchio, non troppo a bassa voce, mentre il templare dovette restare immobile, non per sua volontà, ma perché un incantesimo dalla strega gettato gli impediva di fare qualsiasi movimento, con nessuna parte del corpo- <<Non rammaricarti, so che non puoi muoverti o parlare o delocalizzare lo sguardo, fortuna per te che tu possa respirare, di questo ringrazia gli antenati che trovano sempre un modo per frenare appieno noi viventi, se almeno non fossero morti avrebbero una più alta utilità! Ma comunque, tornando a noi, comuni mortali, almeno per il momento, io voglio che tu viva Locui, voglio che tu dica ciò che conosci, voglio che tu possa trasmettere l’enorme potenza e talento che hai, voglio che tu aiuti gli indifesi e chi si trova in difficoltà, voglio che tu faccia il tuo dovere, voglio che tu rispetti le tue regole, le famose “tavole dei templari”, voglio vederti però fare queste cose perché dopotutto so a quanto corrisponde la tua forze in materia di impegno e costanza.. Ci sono passata anch’io e ci sto passando tuttora..>> -Portandosi avanti a lui, volendolo guardare in faccia, come due amici che non si vedono da parecchio tempo e vogliono scambiare innocentemente quattro chiacchiere fra loro- <<Spero tu possa farmi vivere tutto ciò, da viva non da morta..>> -e lo baciò, con tanto di sorpresa da parte di Locui che non si poteva assolutamente aspettare una mossa simile, così spontanea e disinvolta, ma sembrava al templare che quel bacio nascondesse molto di più di quello che in realtà fosse. Non ebbe però molto tempo per pensare tanto che cadde in un sonno profondo, con ancora le sue labbra attaccate a quelle della strega, vedendo come ultima immagine, non solo la veste nera di Tamara ma anche la dissoluzione dell’ammasso raccapricciante di sangue e poltiglia-.
 
Ritorniamo a Cristaly. Le lezioni erano ormai finite, si era fatta una certa ora della sera, intorno alle 20:15, tutti erano quasi pronti per recarsi a mensa e cenare con l’abbondante pasto che era stato preparato prima dell’avvento delle festività, come da tradizione venivano fatte per una settimana intera, pranzo e cena, sostanziose e soprattutto gustose. Il gruppo si era nuovamente riunito nelle loro camere, avevano ripreso gli antichi libri dei quali il prestito stava per scadere (era una delle pesanti regole della biblioteca di Cristaly), alla ricerca di qualche incantesimo che potesse essergli utili ai fini di trovare un modo per aprire un portale, una via d’accesso, un qualcosa che li potesse condurre dai due cuccioli scomparsi. Cercare e ricercarono, si protrassero per molto tempo nel loro studio, superarono l’orario d’inizio del cenone ed anche quello di fine, siamo intorno alle 21:30, ma ancora non ebbero trovato nulla che potesse funzionare e se riuscivano a scovare qualcosa, una volta che questo veniva provato, ricadeva nel pieno fallimento. L’animo stava per spegnersi, la voglia di lottare iniziava a decimare sotto i colpi di frustra della delusione, eppure, quando uno e quando l’altra, si cercava di darsi animo, bisogna ritrovare lo spirito di ricerca del successo per poter riuscire davvero nella missione che tutto era fuorché da niente. Continuarono a sfogliare e risfogliare nuove e vecchie pagine dei grandi manuali a loro disposizione fino a che non si imbatterono in uno strano disegno, sembrava essere roba da streghe, un qualcosa di tanto oscuro quando utile al loro caso, pericolo, e questo lo si capiva dalle immagine di teschi, del sangue fuoriuscente da una mano stretta a mo’ di pugno e dalle numerose scritte, antiche alla vista superficiale, che circoscrivevano il disegno in modo alquanto confusionario, sembrava essere fatto di proposito, una specie di gioco malefico e perfido per riuscire ad ottenere la soluzione e giungere al risultato.
 
Clatrina: <<Qui un bel professore ci starebbe da Dio! Una bella spiegazione tattica, una risoluzione veloce e saremmo a cavallo!>> -ribatté subito Lucas-
 
Lucas: <<Se non fosse che ci impedirebbero immediatamente questo teatrino che stiamo e staremo per fare, concordo con te che sarebbe utile!>> -senza distogliere lo sguardo dalle diciture illustrate sul polveroso manuale poggiato sul letto di Stella-
 
Riccio: <<Non sembrano molto rassicuranti queste figure.. Però non potrebbe proprio indicare il rito da eseguire e quello che serve per farlo?>> -le parole del cavalluccio non passarono inascoltate anzi servirono da input per il futuro discorso specialistico che verrà intrapreso di lì a poco dal gruppo-
 
Stella: <<Penso che tu, Riccio, abbia ragione ma è alquanto strano come rito.. Sicuramente non è roba per fate e di questo ne sono sicurissima, eppure, le figure, la scrittura, è tutto così strano e distaccato dalla realtà che conosciamo.. E poi come il tutto è posizionato..>> -indicava col dito mentre cercava di spiegare i suoi dubbi ai compagni che la circondavano- <<Sembra che tutte queste figure e queste lettere strane non abbiano una posizione esatta, come se dovessimo prima noi metterle in ordine e poi poter passare al rito..>>
 
Spongy: <<Ancora altro tempo! Mi sono scocciato! Tempo, tempo! Lavoro, lavoro! Ma quando vorrà finire questa storia!>> -l’unicorno iniziò ad agitarsi tanto da colpire, accidentalmente, con il suo corno il grande libro che tutti stavano guardando ed analizzando, il quale cadde a terra, di “faccia” in giù-
 
Riccio: <<Spongy! Smettila! Neanche fossi tu quello che stesse lavorando! Se proprio ti scoccia, mettiti a dormire ma almeno non fare disastri!>> -gli rimproverò il cavalluccio di Clatrina mentre Stella recuperava il grande manuale caduto notando, dopo averlo girato verso di sé, che la posizione di una precisa lettera da lei notata in precedenza per la sua strana forma che ricordava molto la parola “acqua” in giapponese, cosa che nessuno dei presenti poteva sapere in quanto non provenivano dalla Terra-
 
Stella: <<Ragazzi, aspettate un attimo..>> -raccolse l’attenzione di tutti- <<Le figure si sono spostate.. Ne sono sicura al 100%!>> -una sicurezza che trasparì dalla propria voce, più che mai decisa in quella frase e che fece ben intendere a tutti gli interlocutori-
 
Lucas: <<Come si sono spostate? Non dirmi che la caduta le ha fatte smuovere..>> -disse il ragazzo-
 
Spongy: <<E poi qualcuno osa dire che non lavoro! E’ grazie a me se abbiamo scoperto questa cosa! Se non fosse stato per me..!>> -replicò l’unicorno ma-
 
Clatrina: <<Coda di cavallo zitto ora!>> -atterrì la strega nei riguardi di Spongy che si ritirò nel suo angolino borbottando di qua e di là-
 
Stella: <<Ne sono sicurissima.. Ma com’è stato possibile..>> -la fata guardava fissa la figura simile alla parola “acqua” in giapponese, non la lasciava neanche per un attimo, non voleva lasciarsi ingannare da un polveroso e vecchio libro che però, senza che essa se ne rendesse conto, l’aveva già ingannata ed anche molto bene- <<Aspettate! Ricapitoliamo: Spongy ha toccato il libro con il corno facendolo cadere a terra, ora sono due le cose, o è stato il corno di Spongy ad aver attivato qualcosa in questo vecchio libro, oppure la caduta ha fatto smuovere le figure, facendone cambiare posizione..>> -rispose subito Lucas-
 
Lucas: <<Mi sembra alquanto strano che una semplice caduta possa aver distorto la posizione di questi simboli.. Anche perché è capitato solo a queste scritture e non alle immagini dei teschi ecc..>> -a questo punto chiese la strega-
 
Clatrina: <<Sai che poteri abbia il corno del tuo fedele amico? Forse ha delle proprietà o dei poteri particolari che nessuno di noi sa ancora e che forse sono la soluzione al nostro problema, no?>> -Lucas rispose però di no, scuotendo da destra a sinistra il capo, esprimendo il pieno dubbio e condividendo quelli della strega che però replicò- <<Ma che disastro che sei oh! Ma sei utile a qualcosa o no?!>>
 
Spongy: <<Ehi ehi! Lascia stare il mio padroncino altrimenti ti lancio una saetta direttamente dal mio corno e ti assicuro che non ne uscirai viva, eheh!>> -piegando il capo e puntando il grande corno a fasce argentate e celestine contro la strega- ...
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